Da mercoledì 14 a Sabato 17 Ottobre l’Alexander Platz ospita il trombonista americano Robin Eubanks insieme ad un trio tutto italiano composto da Pippo Matino al basso, Daniele Scannapieco al sax e Claudio Romano alla batteria.
L’ensemble ci regala momenti di free jazz e brani standard che omaggiano autori come Duke Ellinghton in un concerto ritmato e dinamico di qualità.
Il basso fa da apripista ed introduce trombone e sax che narrano in contemporanea ciascuno la sua versione della storia, ritrovandosi per brevi istanti all’unisono. Si passano la palla più volte, alternando melodie per poi ritrovarsi insieme fino ad un’accelerazione della batteria che segna l’inizio di una fase più carica.
Scannapieco dosa con saggezza armonie “impazzite” e suoni stridenti a momenti di ritrovata calma e regolarità ed il basso, poco a poco diviene da semplice accompagnatore, vero protagonista dicendo la sua. La chiusura corale è più forte: Eubanks sembra quasi simulare col trombone il verso di un elefante e si conclude.
Si passa ad un brano composto da Pippo Matino, che si avvia con un lungo spazio lasciato al sax di Scannapieco che produce suoni squillanti, talvolta arrabbiati. Si apprezzano diverse fasi di buon interplay tra i quattro musicisti, grazie alle quali ci si lascia piacevolmente andare all’ascolto; viene poi un lungo assolo del basso e brevi accenni dei fiati che si alternano con Romano che batte scatenato sui tamburi. Il brano ci inganna, sul finale, proponendo un acuto seguito da breve silenzio, lasciandoci credere che tutto sia finito per riprendere invece dopo un istante con lo sesso gioco, ripetuto più volte.
Eubanks apre completamente da solo il terzo brano, borbottando qualcosa al trombone ed alterandone in seguito il suono con l’aiuto dell’elettronica, creando effetti ridondanti; poi torna al suono puro dello strumento, quasi imitando uno sciame d’api. Entrano finalmente anche gli altri; Matino pizzica sulle corde del suo basso creando un’atmosfera equivoca, poi con gli accordi accompagna il sax suonato con vigore da Sacnnapieco. Dopo un nuovo intervento del trombone ed un’altra fase di grande compattezza del quartetto, il basso è ancora protagonista con le sue note vibranti.
La performance prosegue con rapidità, la sezione ritmica incalza, i tempi cambiano frequentemente: è jazz di alto livello. Se Eubanks primeggia coi suoi pezzi rumorosi, Scannapieco risponde con gli acuti di un sax raffinato. Anche la batteria ha il suo breve momento di protagonismo ma non viene lasciata a lungo da sola. Il trombonista, di tanto in tanto, annuisce con la testa compiaciuto in cenno di approvazione nei confronti del suo combo. Il sassofonista anziché riprendere fiato nei brevi attimi in cui stacca le labbra dal suo strumento, ne approfitta per gridare qualche “Ehhh!”, comunicando il suo completo coinvolgimento nell’esecuzione.
Il momento migliore arriva, forse, con un pezzo blues dedicato a Jimi Hendrix. Eubanks parte anche stavolta completamente da solo, il basso si intromette facendogli il verso e quando anche batteria e sax – che qui si esprime in un assolo più sensuale e vibrante - entrano a fare il loro lavoro, riconosciamo l’impronta inconfondibile di Hendrix.
Laura Mancini
Musica